IL FUOCO
DELL'INFERNO DA SEMPRE A TORRE
E' STATO QUELLO TERRENO DEL VESUVIOPer
i caratteri del Gruppo Editoriale L’Espresso S.p.A.
È appena uscito
IL MONASTERO DEGLI ZOCCOLANTI
La storia del Monastero degli Zoccolanti alle falde del Vesuvio.
Un'opera in due volumi di Aniello Langella e Gennaro Francione.
Due volumi di una medesima ricerca.
Uno studio storico dal quale scaturisce un’opera teatrale.
Nel primo volume di Aniello Langella viene narrata la storia del Monastero.
Nel secondo di Gennaro Francione viene rappresentato in un atto unico teatrale
l'angoscia e il dramma dei torresi durante l'eruzione del Vesuvio del 1794.
Hanno collaborato:
Salvatore Argenziano
Giuseppe Izzo
Vincenzo Marasco
Michele Langella
VOLUME PRIMO
IL MONASTERO DEGLI ZOCCOLANTI A TORRE DEL GRECO
DI ANIELLO LANGELLA
Nel cuore della città di Torre del Greco, alle falde del Vesuvio, esiste un
edificio dalla mole possente e dalle forme severe, ricco di fascino e di segreti
antichi. La sua storia è affascinante e cela per alcuni versi misteriosi
aspetti, che attendono qualcuno che li sveli. Questo è il monastero detto degli
Zoccolanti. Senza ombra di dubbio, il monumento più interessante della città,
il più ricco di storia e di arte. Esso sorge su un’area che presenta
caratteristiche geologiche singolari e di particolare interesse. Si tratta in
particolare di una collina alta circa 50 metri sul livello del mare che resta,
anch’essa uno dei misteri geologici della città. Il monastero venne edificato
intorno al 1500 circa sulla parte sommitale di questa collina che dall’alto
dominava il golfo e la costa sottostante. A pochi passi sorgeva la chiesa di
Santa Maria del Principio la cui origine ed il cui culto si può far risalire al
1000 circa. L’edicola e la chiesa poi su essa edificata, fino al 1631 si
trovava “nei pressi” del mare. Dopo lo spaventoso evento vulcanico, avvenuto
proprio nel 1631, il mare arretrò per centinaia di metri e il successivo il
passaggio della lava del 1794 stravolse poi ogni cosa, appianando le depressioni
del suolo e contemporaneamente generando nuove alture nell’area cittadina. La
storia del monastero degli Zoccolanti di Torre del Greco è strettamente legata
all’eruzione del 1631 e del 1794. Non sappiamo quando venne a generarsi questa
collina, ma è molto probabile che sia da mettere in relazione ad eventi
vulcanici antichi e forse con l’eruzione del 472. Siconio nel suo testo
intitolato “Storia dell’impero d’occidente” narra che nell’anno 472 il
“...Vesuvio turbato dal Fuoco interno lo eruttò…”. L’autore inoltre
aggiunge che l’Europa intera fu coperta di cenere che il vento trasportò fino
a Tripoli di Libia ed a Costantinopoli. Le due catastrofiche eruzioni (1631 e
1794), non arrecarono grandi danni alle strutture del monastero, i cui lati di
est ed ovest furono risparmiati. In particolare la colata lavica del 1794 vi
passò accanto senza arrecare grandi danni, andando solo a incidere sul lato
nord/est dove si fece strada attraverso il grande portale d’ingresso.
VOLUME SECONDO
ECPIROSI ALL'ISOLA DEGLI ZOCCOLANTI (APOCALISSE NEL MONASTERO DEGLI ZOCCOLANTI
IN TURRE OCTAVA) OPERA IN NAPOLETANO DI GENNARO FRANCIONE (CON ADATTAMENTO IN
TORRESE DI SALVATORE ARGENZIANO)
Essendo nato sotto le falde del Vesuvio, uno dei miei incubi, da quando ero
piccolo, è che il vulcano scoppiasse. Spero di vivere senza che questo accada
giammai e che l'ira piroclastica si acquieti per sempre.
Intanto rivivo quel sogno angoscioso grazie all'amico fraterno Aniello Langella
e al suo viaggio, da medico-archeologo, nelle arterie infuocate del Monastero
degli Zoccolanti. A lui, che me l'ha ispirata, dedico l'opera, essendo scattata
la visione dopo la lettura del suo mirabile lavoro scientifico sul Monastero
degli Zoccolanti.
Ringrazio, anche, Salvatore Argenziano che ha messo nel dramma l'argento vivo
del nostro torrese, aiutandomi a riscrivere il testo, originariamente in
napoletano, nella nostra lenga turrese.
Ringrazio tutti quelli che hanno collaborato e quanti saliranno con noi sul
carro di Tespi per portare l'intero progetto di Aniello e in particolare l'opera
mia a Torre del Greco(G. Francione).
SINOSSI
Nel Monastero degli Zoccolanti a Torre del Greco, il monumento più importante
della città, si descrivono le ore terribili di religiosi, gente comune e
Pitonessa oracolante che là aspettano la lava dell'ecpirosi.
Tutta la città brucia e, nel cortile del Chiostro della Gnosi, tra confessioni
di vizi capitali, si prega, si chiede perdono mentre la Pitonessa oracolante, su
due cadaveri uccisi dal Vesuvio, si lancia nelle sue visioni di un'apocalisse
finale per mano d'uomo.
Lo scoppio del Vesuvio, incubo sotterraneo della gente coraggiosa che da secoli
sfida e ama quella terra attorno al Monastero, diventa simbolo per descrivere
l'ansia millenaria della fine del mondo e la speranza che solo nella fraternità
e nelle fede comune c'è una via di salvezza.
Dio perdona sempre, l'uomo qualche volta, la natura mai. Un inno, quindi, al
rispetto e alla sacra convivenza con la natura in cui viviamo che non è né
buona né cattiva ma comunque ci è madre nell'alimentare la nostra vita e i
nostri sogni di un mondo migliore.
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